mercoledì 3 ottobre 2007

Protocollo sul welfare

Ieri notte ho inviato una mail ad un giornalista de La Nazione. Prima gli ho fatto la corte. Si fa così: lo si chiama al telefono, si utilizza un tono dolce della voce, leggermente ammiccante. Un pò come con una bella donna. Differisce solo l'obiettivo: la pubblicazione della lettera nel primo caso, nel secondo..., beh nel secondo dipende dal momento, e dalla donna.
Dunque: era una lettera in cui invitavo a votare No al referendum promosso dai sindacati sull'accordo di luglio su welfare e pensioni.
Ne caldeggiavo la pubblicazione sul quotidiano.
Aldilà del merito, il metodo fa molta tristezza:
Ma mi rincuoro, il mio sindacato fa ancora peggio: mi è arrivata una pubblicazione della cgil, a casa, firmata dal segretario regionale.
Mi invita a votare si, il Si è scritto grosso grosso.
L'autonomia del sindacato è andata completamente a puttana, l'accordo fa schifo,i lavoratori stanno sempre peggio, sempre più precari e sottopagati, andranno in pensione più tardi e prenderanno meno soldi.
Veltroni Cofferati e Dominici se la prendono con i lavavetri, il segretario regionale della cgil mi chiede di votare si.
L'unica speranza è il giornalista.

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