giovedì 5 aprile 2007

I partiti puzzano di vecchio

Il buon Pierluigi Sullo, direttore di Carta, rivendica oggi sul Manifesto la primogenitura del termine "Cantiere". In buona sostanza se il cantiere sociale lo fanno lui ed i "movimenti" va tutto bene, se invece di un cantiere "sociale" Rifondazione Comunista progetta un cantiere "politico" per tentare di far contare un gocciolino di più la sinistra in Italia, ecco la pronta condanna di Sullo: "c'è il rischio che si usino queste parole (cantiere) per corrispondere a un senso comune ormai molto diffuso, anche tra chi è iscritto a un partito, ma svuotandole del loro contenuto forte. Semplicemente, chiamando con nomi nuovi cose vecchie".
La società civile non è immune da contraddizioni, ed movimenti sono sì Vicenza e la Val di Susa, ma anche Opera, l'ameno paesello dove un movimento civilmente razzista sputa sui bambini Rom e brucia le loro tende, sempre in nome della "difesa del proprio territorio" e dell'autodeterminazione delle comunità locali.
E poi, cari compagni non se ne può proprio più: se il solo fatto di essere iscritti a un partito - che nel mio caso è Rifondazione Comunista - significa essere guardati con un'ombra di sospetto viene davvero la voglia di smettere.
O di aderire ad un "movimento", dove fenomeni impuri come "compromessi", mediazioni, organizzazioni e strategie sono considerati roba vecchia.

giovedì 22 marzo 2007

Quei pacifisti alla Gino Strada

Lo sapevo che qualche bastardo avrebbe tirato fuori l'argomento secondo il quale non si può trattare con i talebani, lo sapevo che qualche delinquente avrebbe "incolpato" Gino Strada della liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo, lo sapevo che qualche stronzo tipo Giuliano Ferrara avrebbe addirittura accusato Mastrogiacomo di "intesa con il nemico", per il solo fatto di essersi lasciato fotografare dopo la liberazione vestito alla maniera afghana.
Sapevo tutto questo, ma non conoscevo l'intervento di Piero Fassino sul Corriere della Sera dell'ottobre 2002: "Non siamo pacifisti alla Gino Strada".

Prodromi di Partito Democratico.

lunedì 5 marzo 2007

Eppure



Ricorre l'anniversario della morte di un dittatore: il caro vecchio beppone.
Che di stragi di innocenti ne ha pure compiute.

Eppure se l'Armata Rossa a Stalingrado cedeva, noi avevamo in casa ancora nonno Benito.

Il virus

Quando Massimo D’Alema afferma che di certa sinistra non c’è bisogno nel paese mi chiedo per quale motivo metta bocca negli affari degli altri.
Lui, e Fassino, e anche Veltroni sono ormai ad un passo dal traguardo: la completa dissoluzione qualitativa e quantitativa del fu Partito Comunista Italiano.
In poco più di tre lustri ci sono riusciti, aiutati da qualche intellettuale organico al progetto di autodistruzione, tipo Michele Serra, che passa per essere un tipo intelligente.
Vorrei evitare che questo incredibile successo si propagasse da altre parti, visto e considerato che più che un progetto politico il Partito Democratico mi sembra un virus: sindrome da immunodeficienza acquisita.